UN LIBRO PER VOLTA. LACCI DI DOMENICO STARNONE

Si dice che un libro sia utile quando ti infastidisce, ti disturba, ti lascia delle inquietudini. L’autore è conosciuto per aver scritto libri sulla scuola da cui sono stati tratti film e opere teatrali. L’argomento non mi attraeva, ma dopo aver visto il trailer del film, uscito a novembre del 2020, ho deciso di leggere il libro. Soprattutto mi aveva colpito una frase del protagonista (che nel libro non c’è): “Per stare assieme, bisogna parlare poco… l’indispensabile”. Frase che sembra sovvertire tutto quello che crediamo di sapere sul rapporto di coppia, ma come, l’importanza del dialogo… Avevo dunque delle aspettative e con i libri è sempre un errore, sovente trovi quello che non andavi cercando, che illumina degli angoli oscuri sui quali non avevi mai posto l’attenzione. Lacci è la storia di una famiglia felice (tutte uguali, come nell’incipit di Anna Karenina), che entra in crisi a metà degli anni ‘70: il personaggio maschile, il marito Aldo, si innamora di una giovane donna e abbandona la moglie e i figli. La crisi dura quattro anni, dopodiché lui torna a casa per motivi oscuri, non sa neanche lui perché ritorna, però ritorna e ristabilisce i rapporti familiari, c’è una riconciliazione. Il centro del libro è il dramma di questa riconciliazione, il dramma del perdono. In realtà i due invecchieranno, cresceranno i loro figli, avranno una vecchiaia all’apparenza serena, però nel momento in cui subentra l’imprevisto, c’è un furto in casa e la casa finisce tutta a soqquadro, anche la loro vita finisce a soqquadro, vengono fuori tutti gli scheletri nell’armadio, tutte le tensioni, tutti i piccoli odi accumulati negli anni e che muovono da quella vecchia lacerazione. Quindi è la storia di una sofferenza, in realtà è un racconto dentro il quale tutti soffrono, soffre la moglie, soffre il marito malgrado le sue colpe, e soffrono soprattutto i figli per questa infelicità dei genitori. Il titolo e ancor più la copertina, suggeriscono una costrizione, quella che ha portato lui all’evasione, ma sono anche il cuore dell’episodio che lo riporterà a casa. Lacci, legami che possono sciogliersi, spezzarsi e riannodarsi; fili a volte sottili, quasi invisibili, che ci tengono legati e non ricordiamo più perché. Questo pensiero mi ha turbato: in un rapporto d’amore, anche profondo, si possono fraintendere gesti e parole, e ciascuno dei due può darne un significato diverso, addirittura opposto. Lei gli scrive quando lui la lascia: “Ero convinta che se ti ero piaciuta una volta ti sarei piaciuta sempre”. Non per sempre.

LACCI Domenico Starnone Ed. Einaudi 2014