Assassinio di Willy. E’ omicidio volontario

Si aggrava la posizione dei quattro arrestati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Un articolo dell’Ansa, pubblicato il 4 febbraio scorso, fa sapere che ai quattro giovani indagati dalla Procura delle Repubblica di Velletri, è stato notificata una nuovo ordinanza di custodia, che è scaturita dopo ulteriori indagini. L’accusa ai quattro, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, il solo agli arresti domiciliari per la sua collaborazione alle indagini, fino al 3 febbraio era quella dell’omicidio preterintenzionale, ma le autopsie operate sul corpo di Willy e gli altri elementi raccolti durante la serie di indagini, fanno ipotizzare la volontarietà del delitto, e quindi, il reato diventerebbe omicidio volontario per futili e abietti motivi, un aggravamento della posizione degli arrestati. Le nuove contestazioni e l’ipotesi di omicidio volontario non permetteranno ai difensori dei quattro di chiedere riti abbreviati o sconti di pena. Ora i quattro rischiano l’ergastolo, anche perchè, secondo alcuni giornali, i testimoni portati dalla difesa sono stati ritenuti inattendibili. La posizione dei quattro si è aggravata anche per le conversazioni captate in carcere tramite le intercettazioni ambientali e video. Inoltre la Procura ha chiamato come consulente un esperto di arti marziali che pare abbia confermato la nocività e la letalità dei colpi inferti a Willy. Il GIP di Velletri Boccarato nella sua relazione scrive che “Willy Duarte era di corporatura esile ed era un semplice spettatore della discussione che stava volgendo al termine”, era quindi impreparato all’aggressione, che è arrivata talmente fulminea che non ha fatto in tempo a prepararsi per difendersi per opporre resistenza. Secondo il GIP, il pestaggio operato dai quattro, “rappresentava la volontà di affermare il loro predominio e la loro supremazia, mediante l’uso brutale della violenza e della forza fisica” Il GIP di Velletri afferma che “gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima“.