LE RUBRICHE. UN FILM ALLA VOLTA. LA SCUOLA CATTOLICA

LA SCUOLA CATTOLICA E LA BRUTTA STORIA DEL CIRCEO. La pellicola in molti interni e qualche esterno è stata girata ad Artena nel convento francescano

E’ nelle sale dal 7 ottobre scorso l’ultimo film di Stefano Mordini, La scuola Cattolica.
Il film, tratto dal libro omonimo di Edoardo Albinati, racconta un periodo della storia italiana in cui essere maschio era una concezione distorta come era inquinata la visione della morale e della virilità.
La pellicola ricrea la brutta storia del Circeo, quando tre balordi della cosiddetta Roma bene, adescarono due ragazze ventenni, le portarono in una Villa del Circeo e qui le violentarono e le massacrarono per giorni. Una delle ragazze sarà uccisa nel mezzo delle sevizie, l’altra si salverà fingendosi morta.
I tre frequentavano un istituto scolastico maschile di stampo cattolico, dove i ragazzi venivano educati lontano dai tumulti che stavano attraversando la società italiana in quel tempo. Quell’educazione, rigida, sarebbe dovuta essere la porta per un futuro luminoso. In realtà l’istituto per soli maschi che era il custode della futura classe dirigente, conteneva al suo interno il germoglio della violenza, irrorato continuamente di chi frequentava la scuola che si portava appresso un’educazione familiare improntata alla soverchieria, alla prepotenza, alle idee fasciste, a nessuna educazione sentimentale di quei ragazzi, che vedevano le ragazze di allora solamente come pezzi di carne.
I tre, Angelo Izzo, Andrea Ghira e Gianni Guido, provengono da famiglie alto borghese, educati a comandare ad essere sempre primi, a non chinare mai la testa, mentre le ragazze seviziate hanno un background proletario. Agli occhi dei tre quelle due giovani donne sono sicuramente in subordine e come tale vanno trattate.
Il film si chiude con i fatti tragici del Circeo ma comincia certamente qualche tempo prima. Un tempo, cioè, che avrebbe dovuto far capire che quei privilegi, quella buona educazione, stava, invece, nascondendo il lato più oscuro di quei giovani mostri il cui denominatore comune era l’odio per tutto e tutti.
Una curiosità: molti interni e qualche esterno del film sono stati girati nel convento di Santa Maria di Gesù di Artena.