IL NATALE DEGLI ULTIMI

CI AIUTA IL TESTO DI UNA CANZONE DI FRANCESCO DE GREGORI PER COMPRENDERE PIENAMENTE IL GIORNO PIU’ IMPORTANTE DELL’ANNO VISTO CON GLI OCCHI DI CHI NON PUO’ PERMETTERSI ALCUNCHÉ

Sul Natale dei cosiddetti ultimi, su coloro che addormentati in panchina, non conoscono ragione o sentimento, non vengono da destra o da sinistra e sono ultimi di tutto il mondo, i piccoli fiammiferai: quella varia e disperata umanità, abbandonata e derelitta di cui il mondo si ricorda esclusivamente a Natale, ma solo per mettere a tacere la coscienza. Forse.
Natale di seconda mano
Oggi è tempo d’incendi, organizziamo presepi
Dalle stelle tu scendi e ci senti e ci vedi
Addormentati in panchina o indaffarati a far niente
Ed il freddo che arriva, ci brucia e ci spegne
Non c’è nessun segreto, nessuna novità
Non c’è nessun mistero, nessuna natività
Io ti regalo una foglia da masticare col pane
E tu una busta di vino per passare la fame
Sior capitano aiutaci a attraversare
questo mare contro mano
Sior capitano, da destra o da sinistra non veniamo
e questa notte non abbiamo
Governo e parlamento non abbiamo e
Ragione o sentimento non conosciamo
e quando capita ci arrangiamo
E ci arrangiamo
Con documenti di seconda mano
Oggi è tempo d’attesa, organizziamo qualcosa
Mentre balla sul marciapiede, la vita in rosa
Che ci guarda e sorride e non ci tocca mai
Ultimi di tutto il mondo, piccoli fiammiferai
Non c’è nessun perdono in tutta questa pietà
Non c’è nessun calore, nessuna elettricità
E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni
Intorno al nostro fuoco cantano canzoni
Sior capitano aiutaci a attraversare
questo mare […]

(Natale di seconda mano, testo della canzone di Francesco De Gregori)
Interpretiamo le parole di de Gregori, dando un significato alle espressioni:
• di seconda mano: significa qualcosa che è già stato adoperato da qualcun altro;
• oggi è tempo d’incendi: l’autore potrebbe riferirsi ad antichi rituali legati all’accensione di un fuoco nel periodo natalizio, oppure potrebbe riferirsi alla necessità di accendere un fuoco per scaldarsi se non si ha una casa o entrambe le cose;
• dalle stelle tu scendi: questo passaggio fa riferimento a uno dei più famosi canti natalizi italiani Tu scendi dalle stelle, canzone dedicata a Gesù Bambino;
• addormentati in panchina: le persone senza fissa dimora sono spesso costrette a dormire sulle panchine;
• indaffarati a fare niente: è interessante l’accostamento di queste espressioni, che esprimono concetti contrari (si tratta di una figura retorica che si chiama “ossimoro”): indaffarato, che significa che ha molto da fare, seguita dall’espressione contraria a fare niente;
• natività: nascita di Cristo;
• io ti regalo una foglia da masticare col pane e tu una busta di vino per passare la fame: con queste parole l’autore ci descrive la situazione di estrema sofferenza di chi non ha nulla da mangiare, il cibo viene sostituito da una foglia e da un po’ di vino;
• sior: significa signore, si tratta di una forma dialettale veneta, si usa come appellativo di cortesia;
• aiutaci ad attraversare questo mare contro mano: contro mano nella circolazione stradale significa nella direzione opposta a quella in cui si svolge normalmente il traffico, in questo contesto attraversare questo mare contro mano è una metafora, può significare aiutaci a vivere (attraversare) questa vita (il mare) che noi viviamo in maniera del tutto diversa dagli altri, in maniera più faticosa (contromano); oppure il mare può non avere un significato metaforico e riferirsi al mare che molti attraversano per trasferirsi in un altro Paese, sperando in una vita migliore;
• mentre balla sul marciapiede la vita in rosa che ci guarda e sorride e non ci tocca mai: probabilmente de Gregori quando parla di “vita in rosa” si riferisce all’espressione “vedere la vita in rosa” che significa “essere ottimisti, senza preoccupazioni per il futuro”;
• piccoli fiammiferai: de Gregori utilizza questa espressione per descrivere chi vive in strada, al freddo, facendo riferimento alla fiaba La piccola fiammiferaia dello scrittore danese Andersen, in cui la protagonista sta in strada, al freddo, cercando di vendere fiammiferi.

Ma il Natale è fatto anche di doni, di regali, e i doni, sono importanti, per i bambini, ma anche per noi adulti che li facciamo: evocano i ricordi felici della nostra infanzia e ci fanno tornare un po’ bambini.
I doni hanno una forte funzione sociale, sono il simbolo di ciò che unisce agli altri.
Lo scambio dei doni è un momento in cui si sperimenta la gratuità, un momento in cui si dona per dare gioia a chi amiamo. I sorrisi e la sorpresa di chi apre i regali sono un dono meraviglioso per chi li ha preparati.
Un dono parla della persona che l’ha fatto. Un po’ della sua personalità e della sua storia si lega al dono che si riceve e, così, nel tempo ci ricorderemo di lei ogni qualvolta avremo tra le mani l’oggetto donato.
Un dono simboleggia la voglia di condividere, perché un dono è legato al concetto di condivisione ed unisce.
Ma come comportarsi con i bambini? È giusto ricoprirli di doni? Quale messaggio educativo passa attraverso i doni di Natale?
Perché i doni siano graditi basta avere alcuni piccoli accorgimenti: riattiviamo lo spazio dell’attesa e del desiderio.
Nella società del tutto e subito, i bambini impareranno l’attesa se, durante l’avvento capiranno che i doni arrivano a Natale e sono legati al fatto che li riceveranno se si saranno comportati bene.
Tanto lo sappiamo che riceveranno i doni richiesti nella letterina, ma per i bambini sapere che potranno ricevere i doni perché si sono comportati bene insegnerà loro a non dare per scontato, questi, secondo me, sono i parametri che ci aiutano a scegliere i doni dei bambini perché il Natale acquisti un significato e non sia una mera festività commerciale.
Il Natale è un messaggio d’amore che in questa festa ci ricorda l’importanza del rapporto con i nostri cari, ma che poi va coniugato nella quotidianità per tutto il resto dell’anno.

I bambini sono senza passato ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso. (Milan Kundera)