10 FEBBRAIO. IL GIORNO DEL RICORDO

E’ il giorno dedicato al Ricordo dei massacri di migliaia e migliaia di italiani (cifre approssimative per difetto oltre 5 mila) alle cosiddette “foibe” (profonde cavità carsiche) – un vero genocidio anti-italiano – perpetrati dai partigiani di Tito in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia e all’esodo detto “giuliano-dalmata” di 350.000 italiani da alcune terre di quel territorio (poi passato all’ex Jugoslavia titina), costretti a lasciare le loro case, ogni loro bene e tutti i loro affetti. I massacri avvennero subito dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 e proseguirono fino al 1945. Una vera mattanza in piena regola dal momento che i corpi degli italiani ancora vivi, legati uno all’altro con fili di ferro, furono gettati nelle “famigerate fosse carsiche”, dette “foibe”, a seguito di atti di rappresaglia dei partigiani titini contro i fascisti. Molti furono trucidati dopo una lunga agonia e lasciati morire solo per essere italiani o anticomunisti: una vera e propria pulizia etnica con la bieca volontà di eliminare gli oppositori all’annessione dei territori all’allora Jugoslavia. L’Esodo dalmata, invece, costrinse gran parte dei profughi ad essere trattenuti in speciali campi, dove rimasero per anni, praticamente abbandonati dallo stesso Stato italiano. Un’altra drammatica e dolorosa pagina sulla fine della Seconda guerra mondiale. Per oltre 50 anni sia sulle “foibe” che sull’ “esodo” si stese un assordante silenzio, un silenzio negazionista su una delle più drammatiche e dolorose pagine di storia italiana. Solo nel 1996 con l’allora Presidente della Camera L. Violante si ruppe il silenzio e poi nel 2004 il Capo dello Stato G. Napolitano con la legge n.92 istituì il “Giorno del Ricordo”. Nell’occasione affermò che “…oblio e forme di rimozione diplomatica hanno pesato nel passato e causato pesanti sofferenze…”. Perché fu scelto il 10 febbraio? E’ la data, peraltro simbolica, del 1947 quando entrò in vigore il Trattato di pace con il quale il territorio di Pola, Fiume, Zara e parte di Gorizia e Trieste vennero annesse alla Jugoslavia titina. Dopo tutto ciò il dittatore Tito – responsabile delle tragedie delle foibe e dell’esodo – fu insignito del Cavalierato di Gran Croce, il più importante tra gli Ordini repubblicani. Alcuni anni fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affermò che “per troppo tempo le sofferenze patite…con la tragedia delle foibe e dell’esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia” e l’allora Presidente della Camera Gianfranco Fini ricordò che sono “…sempre gli umili, i più deboli e gli indifesi a patire per primi la follia dell’uomo…”. Un chiaro riferimento allo storico fenomeno, ancora oggi purtroppo presente, del “negazionismo” della vera verità portato avanti dall’allora partito comunista, dai suoi derivati politici e da alcuni esponenti della sinistra. Salvo alcune autorevoli eccezioni. E’ un Giorno per ricordare e per non dimenticare!