MESSO IN MORA

I SINDACATI PROCLAMANO LO SCIOPERO DEI DIPENDENTI COMUNALI E PROTOCOLLANO UN ESPOSTO CON DIFFIDA E MESSA IN MORA DEL SINDACO, DEL SEGRETARIO GENERALE E DEL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE TRATTANTE. UNO SCIOPERO CHE SEMBRA SIA STATO RIMANDATO PER I FATTI INTERCORSI NEL FRATTEMPO

Prosegue con strascichi la querelle fra i dipendenti comunali e l’amministrazione, sorda, secondo i lavoratori, ad ogni richiesta. La vicenda si amplifica di ulteriori sviluppi, con eventuali ripercussioni che potrebbero essere abbastanza evidenti e gravi per l’amministrazione comunale.
La storia è iniziata un paio di anni fa, quando la delegazione trattante di parte pubblica, che di norma svolge il proprio ruolo istituzionale oltre che ai fini della contrattazione integrativa anche su tutti gli altri livelli di relazioni sindacali (concertazione, informazione, consultazione, etc.), ha smesso di riunirsi perchè l’operazione feudo, oltre al sindaco che è il responsabile della parte amministrativa, sospese anche il segretario comunale che era il presidente della commissione e il segretario della stessa, che in quel momento era il responsabile del servizio personale.
Nonostante queste assenze le RSU locali chiesero, in almeno tre occasioni, al segretario comunale sostituente, di riunire la delegazione ma questo non avvenne, e quando rientrò il segretario comunale di ruolo, inviò le sue dimissioni da presidente della Commissione.
Quindi la delegazione trattante non si riuni più fino a giugno 2021, quando i sindacati chiesero alla Prefettura un tentativo di conciliazione, un esperimento, cioè, volto alla bonaria composizione della controversia in atto fra dipendenti pubblici e amministrazione.
I sindacati lamentavano la mancata stipula di accordi per la ripartizione del fondo del salario accessorio dall’anno 2020 e l’asssenza di liquidazione di numerosi altri istituiti contrattuali, creando di fatto una situazione che ancora oggi sta incidendo negativamente sulla carriera di dipendenti anche in merito alla loro valorizzazione attraverso le progressioni economiche orizzontali.
A giugno del 2021, di fronte al Prefetto, erano presenti le RSU locali, le sigle CGIL e CISL territoriali ma era assente, testimoniando una scarsa sensibilità ai problemi dei lavoratori, proprio l’amministrazione comunale, che non fece nemmeno un gran bella figura di fronet al Prefetto.
In realtà al tavolo della suddetta conciliazione era presente il nuovo respponsabile del servizio personale che, preliminarmente sottolineò come in quel momento rivestiva l’incarico di responsabile del servizio ad interim, senza aver ricevuto dall’amministrazione alcun mandato che gli consentiva di impegnarsi in rappresentanza del Comune di Artena. Per le criticità segnalate in sede di conciliazione, sottolineò che la paralisi delle relazioni sindacali erano dovute all’assenza della delegazione trattante per l’amministrazione comunale.
A dicembre del 2021 c’è stato un secondo tentativo di conciliazione di fronte al Prefetto. In questa seconda occasione si reiterò l’assenza del Comune che non si presentò con alcun suo delegato alla riunione, evidenziando ancora una totale distanza dai lavoratori e, anche in questo caso, infischiandosene dell’organo governativo prefetturale.
In base a questi due tentativi di conciliazioni andati falliti si è riunita l’assemblea dei dipendenti comunali che in un comunicato stampa, pubblicato anche dal nostro periodico, hanno paventato l’ipotesi di uno sciopero.
Ora le due novità degli ultimi giorni.
La prima è un esposto che CGIL e CISL hanno inviato all’Ispettorato della Funzione Pubblica, alla Commissione di Garanzia, all’ANAC, oltreche al Prefetto, al sindaco e al segretario generale, in cui si è lamentata la mancata contrattazione e comportamenti che possono determinare l’insorgenza o l’aggravamento di conflitti da parte del Comune di Artena.
Si tratta a tutti gli effetti di una diffida e messa in mora del sindaco, del segretaio comunale e del presidente della delegazione trattante, chiamati a convocare entro 10 giorni dall’esposto, le rappresentanze sindacali, “in caso contrario – si legge nell’esposto – nostro malgrado, sarà proclamato lo sciopero del parsonale del Comune di Artena e attivate tutte le iniziative legali per il ricorso all’organo giurisdizionale per comportamento anti sindacale, con evidenti rischi di soccombenza dell’amministrazione in giudizio, che se confermati, comporteranno anche, da parte delle sigle scriventi, apposito esposto alla Corte dei Conti per le evenuali responsabilità di carattere erariale”.
A questo esposto, due giorni dopo, ha fatto seguito l’assemblea sindacale di tutti i dipendenti comunali che all’unanimità dei presenti ha deciso, seconda novità, uno sciopero di due ore dalle ore 9:00 alle ore 11:00 del prossimo martedì 15 marzo, quando i dipendenti comunali si raduneranno in piazza Galileo Galilei, cercando di sensibilizzare anche i cittadini di Artena su una situazione ormai divenuta insostenibile.
I dipendenti comunali, andranno in piazza anche “perchè hanno sempre svolto il loro dovere con passione, immediatezza e spirito di sacrificio, nonostante la mancanza di attenzione da parte dell’amministrazione, e hanno dovuto far fronte anche all’ondata di commenti social più o meno invettivi da parte dell’opinione pubblica, senza alcuna presa di posizione da parte degli organi politici dell’ente”.
Quindi è giusto che si sappia davvero come stanno le cose, all’interno un’amministrazione che dal 2014 non ha mai pensato di delegare un suo consigliere come assessore al personale, una delega, questa che il sindaco ha voluto avocare a se, decisione che è stata confermata dal vice sindaco, privando, così, i dipendenti comunali di un punto di riferimento, di una carica che potesse essere garante dei dipendenti comunali e allo stesso tempo assicurasse il perseguimento degli obiettivi e dei risultati amministrativi.