CEP, A RISCHIO IL BILANCIO

Il Consorzio ammette in una nota inviata al Comune il 25 luglio scorso, che ha difficoltà a riscuotere i tributi e a riversare il dovuto nelle casse comunali

Il comune di Artena vive un momento travagliato della sua vita amministrativa, aggravata da difficoltà di natura finanziaria, che stanno “costringendo” il Commissario Prefettizio, Antonio Orecchio, ad avviare le procedure del predissesto. La più importante delle criticità è dovuta all’incapacità del comune di riscuotere i tributi, nonostante si avvalga, da tempo, del CEP, consorzio intercomunale, quale suo braccio armato per potenziare ed incrementare la sua capacità di riscossione. Anzi, la gestione dei tributi, affidata al CEP, si sta rivelando un boomerang con effetti devastanti sul bilancio comunale. Il CEP non è in grado di assolvere ai compiti, che l’amministrazione comunale con tanto entusiasmo gli ha assegnato.
Lo ammette lo stesso CEP in una nota inviata al Commissario Orecchio lo scorso mese di luglio. Infatti, il CEP candidamente dichiara che ha difficoltà non solamente a riscuotere i tributi ma anche a riversare nelle casse comunali quanto dovuto.
I motivi del ritardo? Secondo il management del CEP, sono dovuti al ricorso fatto dal Comune di Cave nei confronti del CEP stesso, che ha causato, quale immediata conseguenza, il pignoramento dei conti intestati e gestiti dal consorzio, compromettendo l’intera sua operatività a danno degli altri enti consorziati.
Per sbloccare questa incresciosa situazione, il CEP invita i comuni aderenti al consorzio ad assumere ogni possibile e plausibile iniziativa nei confronti del comune di Cave, reo di aver causato l’ingiustificato pignoramento dei conti del consorzio.
Potrebbe essere, questa soluzione prospettata dal CEP, un’idea brillante, se solo il CEP spiegasse le ragioni che hanno indotto il Comune di Cave a fare causa. Magari, il Commissario Orecchio potrebbe fornire esaustivi chiarimenti su questo aspetto di non poco rilievo, perché da esso dipende il destino del comune di Artena e degli altri comuni.
Non si sta chiedendo niente di così scandaloso al Commissario Orecchio, visto che sta prendendo per oro colato (così sembrerebbe!) quanto detto e dichiarato dai vertici del CEP. Tanto è vero che il Commissario ha impostato (pare!) un bilancio previsionale che poggia, a garanzia del suo equilibrio, su entrate tributarie, che il CEP, come da nota richiamata, non sarebbe in grado di garantire in tempi certi. Anzi, si corre il serio rischio che qualche pregressa annualità, non riscossa totalmente, debba essere cancellata, per prescrizione, dalle partite contabili con danno irreversibile alle già martoriate casse comunali.
Allora, una domanda sorge spontanea. Su quali certezze e su quali informazioni riservate il Commissario Orecchio sta contando per continuare a credere al CEP e perseverare nell’affidamento allo stesso del servizio di riscossione dei tributi?
Ci risulta difficile pensare che il Commissario Orecchio non conosca le note vicende giudiziarie che hanno investito il consorzio e travolto il passato management. Ci risulta altrettanto incomprensibile che il Commissario Orecchio non stia assumendo alcuna iniziativa per recuperare soldi dei tributi che sono del comune e di nessun altro.
Probabilmente, dovrebbe contattare gli amministratori di Cave e farsi spiegare i motivi che li hanno indotti a portare in tribunale il CEP. Sarebbe un atto di buona amministrazione in grado di mettere in salvaguardia un comune, vittima di un destino perverso, ed evitare prossime o future responsabilità.
Non ci risulta, al momento, che nulla di tutto ciò sia avvenuto, nonostante la tempesta perfetta che a breve investirà l’ente a seguito del ricorso alla procedura pluriennale di riequilibrio finanziario.
La situazione è seria e grave. Fare il prestigiatore con i numeri di bilancio non è mai buona creanza (al comune dovrebbero saperlo!), ma è sempre foriera di enormi responsabilità. In queste circostanze, il tirare a campare con un comune sull’orlo del baratro non sembrerebbe essere la migliore soluzione o il minore dei mali. Tutt’altro. Perciò, pacatamente consigliamo il Commissario Orecchio di non fare orecchie da mercante, ma assuma decisioni istituzionalmente e amministrativamente ineccepibili.
Metta, dunque, il comune nella condizione di non subire ulteriori danni. La comunità gliene sarà riconoscente.