IL NOSTRO PAESE VENTOTTESIMO PER IL SALARIO MEDIO

Secondo un’indagine di worlddata.info che confronta il PIL dei paesi adattando i redditi al potere di acquisto, per fare una comparazione più reale a livello internazionale, nel 2021 l’Italia si classifica al 31° posto. Sempre sullo stesso sito nella classifica degli stipendi medi siamo al 28° posto con un salario medio di 2700 euro circa.

Secondo quanto riportato dalla consultazione dell’UE sui salari minimi del 2020 “Nonostante la moderata crescita dei salari negli ultimi decenni in alcuni Stati membri, la situazione dei lavoratori a basso salario è peggiorata e le disparità salariali sono aumentate.”
Durante la scorsa estate c’è stata una votazione in Europa per creare infatti una legge sul salario minimo con lo scopo di migliorare le condizioni di vita e lavoro per i cittadini Europei e promuovere il progresso socioeconomico. Ogni paese ha la competenza nazionale di fissare questo valore minimo garantendo ai lavoratori una vita dignitosa considerando parametri realistici. Insieme a ciò sul testo concordato si evince che i paesi dell’UE hanno l’obbligo di verificare e monitorare sul campo che ciò venga messo in pratica per garantire la conformità alle norme e contrastare l’abusivismo. Tra i tanti paesi EU con un salario minimo c’è per esempio la Germania (12 €/h), quel paese preso sempre come modello quando si parla di Paesi con una gestione migliore della nostra, ma che poi non siamo in grado di imitarlo nelle cose positive, perché tutte le buone idee si perdono dentro la cabina elettorale per qualche promessa o campagna elettorale che sfrutta i malcontenti per i loro sporchi tornaconti.
Ma cos’è il salario minimo? È un limite minimo di retribuzione che spetta ai lavori di diverse categorie stabilito secondo legge per un periodo di tempo, per cui chi ti assume non può pagarti meno di quanto deciso dalla normativa. Il suo obiettivo secondo l’UE è quello di consentire standard di vita e di lavoro dignitosi.
Tra i lavoratori a basso salario, quelli con forme di lavoro atipico sono particolarmente esposti al rischio di povertà lavorativa. L’aumento del lavoro atipico (lavoro temporaneo, a tempo parziale, a chiamata o tramite agenzia interinale) contribuisce anche alla disparità salariale poiché gli interessati tendono a guadagnare meno rispetto ai lavoratori permanenti a tempo pieno, così come le nuove forme di lavoro emergenti possono rafforzare queste tendenze. Sebbene ci siano effetti positivi facilitando l’attività economica e aumentando la flessibilità, possono comportare dei rischi perché non sempre offrono le stesse tutele delle forme di lavoro standard, compresi i salari minimi.
Al momento in Italia ci sono solo accordi collettivi per settori specifici, però basta fare delle ricerche per vedere poi la fregatura, ci sono lavoratori (soprattutto i dipendenti delle multinazionali) che hanno contratti diversi da ciò che poi realmente svolgono e nonostante un indeterminato si ritrovano con fatica ad arrivare a 1000 euro al mese. Sicuramente ognuno di voi conosce almeno una persona in queste condizioni al limite dello sfruttamento perché dare il proprio tempo 6 su 7 per rischiare di non arrivare a fine mese è vergognoso.
Dai dati del Fondo Monetario Internazionale l’Italia si classifica 8° tra i 10 paesi più ricchi del mondo. Secondo Business Insider l’Italia è la terza economia nazionale dell’UE, con un mercato molto sviluppato, un influente e innovativo settore economico aziendale, e un settore agricolo industrioso e competitivo. Il PIL dell’Italia è stimato in $ 1,88 trilioni, che la rende l’ottava economia più grande della terra.
Secondo un’indagine di worlddata.info che confronta il PIL dei paesi adattando i redditi al potere di acquisto, per fare una comparazione più reale a livello internazionale, nel 2021 l’Italia si classifica al 31° posto (fig 1). Sempre sullo stesso sito nella classifica degli stipendi medi siamo al 28° posto con un salario medio di 2700 euro circa. Ora se questo è il salario medio italiano vi rendete conto di quanta disparità c’è con chi si ritrova con 800 euro a mese? Dicono che i giovani non vogliono andare via da casa, ma con stage e tirocini pagati una miseria come possono andarsene per pagare un affitto che nel migliore dei casi gli costa metà del loro stipendio?
Vi do un altro punto di vista per avvicinarci a chi questi problemi li vive; ipotizziamo che siamo uno studente universitario fuorisede di una famiglia di fascia media, che quindi non può chiedere ai genitori sia i soldi per gli studi che per vivere, così decide di arrotondare con un lavoretto. Cosa può trovare facilmente senza esperienze pregresse (perché i requisiti a volte sono un grande limite)? Il cameriere è uno dei lavori più comuni per chi si trova in questa situazione. Molti studenti durante l’università hanno svolto questo lavoro e quali erano le condizioni? Cominciamo dicendo che questo lavoro è uno dei più sfruttati, basta pensare che ad oggi in Italia la maggior parte dei camerieri viene pagato in nero, contribuendo alla macchina dell’evasione che fa ricadere le entrate mancanti sui lavoratori onesti che pagheranno più tasse per compensare chi scappa dai loro doveri. Pagare dignitosamente una persona è un dovere siccome il tempo che dedicano alla crescita dell’attività è prezioso, per i giovani sono i loro migliori anni della vita che non torneranno più indietro ed avere dei contributi, delle garanzie in caso di malattie o infortunio è il minimo che gli spetta vivendo in uno dei paesi più ricchi.
Siamo uno dei paesi con il PIL più alto, ma chi ne gode davvero di questa ricchezza? Forse è nelle tasche degli evasori visto che per loro ci sono spesso sconti, stralci, paci fiscali e quant’altro mentre chi si fa il mazzo si ritrova con poco e niente. Ma mentre i pochi paesi Europei che non hanno un salario minimo, (mostrati sulla mappa) (4) fanno contrattazioni collettive che mostrano l’aumento dei salari dei lavoratori, noi restiamo come sempre indietro, alimentando il lavoro illegale e favorendo gli irregolari.
Io spero che la storia ci insegni a non commettere più i soliti errori ma da quello che ho visto finora nella vita, la storia non insegna e la memoria delle persone è breve. È inutile dilungarsi in discorsi da bar fini a sé stessi se ogni sforzo per migliorare viene giudicato, mentre i corrotti sono sempre esaltati e difesi. Forse quando ci dicono che siamo un paese di mafiosi e che abbiamo dei politici che fanno ridere, tutti i torti non li hanno.
Nei paesi che noi tanto sogniamo e vediamo come migliori queste cose sono realtà, perché poi quando si propongono nel nostro Paese siamo contro? Siamo così malridotti da godere nella sfortuna del povero quando noi stiamo bene? Dov’è la nostra solidarietà? Non possiamo essere solidali solo quando si parla dei nostri figli, nipoti e amici perché questo è essere egoisti, e così non saremo mai al passo con le grandi nazioni che elogiamo.
Inoltre ci piacerebbe che i datori di lavoro si interrogassero su quanto vale il tempo dei loro dipendenti e quanto varrebbe se quei lavoratori fossero i loro figli.
Mentre ai lavoratori chiedo di riflettere e dare un valore giusto al proprio tempo, perché nessuno deve permettersi di usare il tempo e le energie altrui per arricchirsi, la vita scorre veloce e quel lavoro sottopagato probabilmente non ti lascerà nulla se non qualche rimpianto.

ELEONORA VENDETTA