BANDA LARGA E ALFABETIZZAZIONE PER TUTTI

NELLE INDICAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA, IL DIGITALE È DEFINITO “COMPETENZA DI BASE”, COME LEGGERE E SCRIVERE. È NECESSARIO, QUINDI, INNALZARE IL LIVELLO DI PADRONANZA DELLE COMPETENZE DI BASE. PER I COSIDDETTI “NATIVI DIGITALI”, GIOVANI CRESCIUTI CON LA TECNOLOGIA, IL WEB È PARTE INTEGRANTE DELLA LORO VITA E, NON A CASO, DIMOSTRANO DI ESSERE GLI UTENTI PIÙ COMPETENTI.

La Banda larga – Perché è importante? L’importanza strategica della banda larga consiste nella sua capacità di accelerare il contributo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla crescita e all’innovazione delle imprese di ogni dimensione e operanti in tutti i comparti economici nonché alla coesione sociale e regionale. Numerosi studi e ricerche hanno dimostrato che la banda larga ha un impatto economico positivo sulla produttività di un Paese, abilitando servizi e applicazioni innovative utili al cittadino, alle pubbliche amministrazioni e in misura ancora più significativa alle imprese che, nel ciclo economico attuale, hanno la fondamentale necessità di razionalizzare i costi e allargare il proprio mercato potenziale. Il 2010 è stato l’anno della svolta per l’Internet economy italiana, con una forte accelerazione nei consumi a livello di utenti online (+16%), pubblicità online (+15%) e e-commerce (+14%). L’Italia ha ancora molto da recuperare in termini di crescita in questo settore, l’arretratezza tecnologica costa al nostro Paese tra l’1 e l’1,5% del PIL. È dimostrato che internet fa guadagnare molti più posti di lavoro di quanti non ne faccia perdere; in particolare, in Italia l’economia che viaggia in Rete ha creato un saldo netto di +320.000 posti di lavoro. E il dato sarebbe ancor più positivo se gli investimenti nell’Internet Economy fossero più coraggiosi. Il crescente utilizzo dell’e-mail e delle videoconferenze, l’e-banking e il web, strumenti di formazione culturale e professionale, i blog e le riviste specializzate, l’e-learning hanno dimostrato un bacino di informazioni importanti. Non disporre di una connessione adeguata, comporta l’esclusione da quei servizi e applicazioni di “lavoro” in rete che permettono una maggiore efficienza in termini di tempi, costi e ottimizzazione, ma che per essere adottati necessitano di connessioni affidabili e con una buona capacità di banda. I cittadini clienti/consumatori hanno bisogno di semplificazione ed alleggerimento della burocrazia per accedere alle informazioni, applicazioni e servizi pubblici on-line e di trasparenza, che riducono i costi amministrativi e i tempi di risposta dell’amministrazione. La disponibilità di servizi online è uno strumento utile non solo nel rapporto con la PA, ma anche in caso di presentazioni di domande e relative documentazioni per la partecipazione a bandi e per l’invio di modulistiche di vario genere, è la posta elettronica certificata (pec), che sostituisce a livello legale la raccomandata, abbattendo i costi di spedizione e riducendo i tempi e la burocrazia. Con il termine digital divide si intende il divario esistente tra chi ha accesso e utilizza le tecnologie e i servizi della cosiddetta “Società dell’Informazione” (in particolare personal computer e Internet) e chi ne è escluso. I motivi di esclusione possono riguardare condizioni economiche, socio-demografiche e infrastrutturali. Nelle aree italiane fortemente urbanizzate il 97% degli accessi a banda larga sono realizzati con la tecnologia xDSL. Le prestazioni di questa tecnologia sono attualmente adeguate nei casi in cui la centrale è collegata in fibra ottica alla dorsale ed è dotata degli apparati necessari ad erogare una banda fino a 20 Mbps (circa l’88% sul totale copertura). Nel nostro Paese convivono 4 situazioni di digital divide: -totale, – di prima generazione, presente dove il segnale offerto non supera i 7 Mb; – di seconda generazione, che investe chi non è servito dalla cosiddetta ADSL2; – di terza generazione, relativo alla copertura in fibra. Se complessivamente come Sistema Paese siamo ancora distanti dagli obiettivi posti dall’Agenda Digitale europea, nelle diverse regioni si registrano situazioni differenziate, dovute alle diverse iniziative e interventi infrastrutturali intrapresi, ma anche alla morfologia dei territori stessi. (*) Promuovere l’uso delle ICT nei vari settori professionali, estendere il modello della scuola digitale, affrontare il problema dell’inclusione sociale (diversamente abili, stranieri, anziani…), educare alla sicurezza e all’uso critico e consapevole dei contenuti e dell’infrastruttura della rete. In questa nuova società digitale ogni individuo non può esimersi dall’uso delle tecnologie, considerato il loro enorme potenziale economico e sociale e il grande beneficio che apportano alla crescita culturale attraverso la divulgazione della conoscenza. Le competenze digitali, possono rappresentare un’occasione per sostenere la creatività e l’innovazione. Una “coscienza digitale” consente di comprendere i potenziali rischi di internet e le problematiche legate alla validità e all’affidabilità delle informazioni disponibili. Nelle indicazioni dell’Unione Europea il digitale è definito “competenza di base”, al pari di leggere e scrivere. È necessario innalzare il livello di padronanza delle competenze di base (alfabetiche, matematiche e digitali) e sostenere lo sviluppo della capacità di imparare a imparare e partecipare alla società in una prospettiva di apprendimento permanente. Educazione digitale giovani: contro il cyber bullismo. Per i cosiddetti “nativi digitali”, giovani cresciuti con la tecnologia, il web è parte integrante della loro vita e, non a caso, dimostrano di essere gli utenti più competenti. I risultati di un test di competenza digitale, effettuato su un campione causale di studenti, hanno mostrato come i ragazzi siano preparati da un punto di vista strettamente operativo ma manchevoli di consapevolezza critica nell’uso della Rete. Alfabetizzazione digitale non significa semplicemente saper utilizzare un tablet ma fornire strumenti per educare studenti, docenti e genitori alla comprensione e utilizzazione della rete in maniera consapevole e sicura. La lotta alle fake news e al cyber bullismo comincia, infatti, dai banchi di scuola, evidenziando i rischi che si corrono con un utilizzo distorto di internet. In rete è molto più semplice ed immediato esprimere la propria opinione, spesso in modo sconsiderato, con l’unico scopo di stupire e raccogliere consensi. I cyber bulli vivono il tutto come uno scherzo volto a procurare semplice fastidio alle vittime ma, in realtà, si tratta di una vera e propria violenza psicologica che, in alcuni casi, ha portato la vittima anche a compiere gesti estremi. Questo fenomeno è stato affrontato nella Legge del 29 maggio 2017: “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyber bullismo” che ha l’obiettivo di tutelare i minori (sia vittime che aggressori). L’obiettivo è la prevenzione, non la repressione. Oltre a prevedere interventi a favore delle vittime, si mira infatti a creare la necessaria consapevolezza, affinché il fenomeno non venga posto in atto dagli aggressori stessi. Anche il Consiglio Europeo si è fatto promotore dell’alfabetizzazione informatica, fin dalla scuola primaria, invitando gli Stati Membri ad agire in modo mirato per accrescere i livelli di competenza digitale fra gli alunni di tutte le età, attraverso il supporto agli insegnanti e la creazione di ambienti di apprendimento sicuri, in particolare per i soggetti svantaggiati e a rischio di emarginazione. Destinatari anche i genitori, con l’intento di ridurre il gap digitale tra le generazioni. Alfabetizzazione digitale degli anziani. Il livello di analfabetismo digitale nel nostro Paese è ancora molto alto, soprattutto nella fascia anziana della popolazione che rischia, così, l’esclusione sociale. L’alfabetizzazione digitale è, infatti, di fondamentale importanza per sostenere l’inserimento delle categorie svantaggiate (anziani, disoccupati, persone meno abbienti e disabili) al fine di colmare le disparità sociali. Tra le metodologie più efficaci all’alfabetizzazione informatica degli anziani vi è il cosiddetto “modello d’apprendimento intergenerazionale”, che prevede un sistema di raccordo tra scuola, nativi digitali e centri di anziani. La stessa Europa, nel programma “Europe2020”, si è espressa in merito all’importanza che tutti possano acquisire le basi della strumentazione digitale. Il tema dell’alfabetizzazione digitale è anche strettamente connesso a quello dell’occupazione. Gli stravolgimenti tecnologici comportano continui e profondi mutamenti nel mondo del lavoro e, di conseguenza, bisogna sempre stare al passo con queste costanti trasformazioni. L’alfabetizzazione digitale è al centro dell’agenda europea che stabilisce le linee guida, alle quali i vari Paesi devono attenersi, circa lo sviluppo di abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite internet. Per non farsi cogliere impreparati e correre il rischio di essere esclusi dal mondo lavorativo è possibile formarsi attraverso specifici corsi di alfabetizzazione informatica. Tra i più gettonati vi sono i Corsi EIPASS programmi internazionali riconosciuti di certificazione delle competenze digitali con la finalità di sostenere la cultura digitale fornendo un corretto approccio alle nuove tecnologie e internet.