ARTIGIANI DI ARTENA. SIMONA GORACCI E LA SCUOLA DI LIUTERIA

In questo articolo non presenterò solo una persona ma anche il progetto di artigianato che ha ideato, ispirato al centro storico di Artena. Uno di quei progetti che, si è detto mille volte, sono essenziali per una città in cerca di iniziative per ridare lustro ai centri storici abbandonati. Ho incontrato e avuto il piacere di conoscere Simone Goracci
Ciao Simone. Ci racconti chi sei?
Ciao! Io sono un ragazzo che quattro anni fa ha realizzato uno dei seogni di quando era ragazzo. Da sempre ho amato il centro storico di Artena e con la mia compagna siamo riusciti a sistemare qui la nostra dimora così come desideravamo da sempre”.
E adesso che ci vivi? Com’è abitare nel centro storico di Artena?
È come stare su un altro pianeta. Sicuramente bisogna adattarsi a certe condizioni, ma Artena da qui è completamente diversa. Sembra un altro paese e soprattutto si ha la possibilità di riscoprire i rapporti umani. Noi che abitiamo su abbiamo un forte senso di appartenenza alla comunità e ci si sentiamo come in una famiglia un po’ allargata”.
Hai acquisito quindi l’identità di chi vive nel centro storico di Artena!
“Sì. Il centro storico è un luogo che ha molte potenzialità e sicuramente questa è una delle tante”.
Offre quindi l’opportunità di entrare a far parte di un insieme in quanto ha caratteristiche così importanti che tutti vi si riconoscono. Non è un elemento da poco visto che quest’aspetto è completamente assente nella parte nuova della città. Simone, come nasce la passione per la costruzione degli strumenti a corde?
“Io sono un chitarrista ed ho il piacere di suonare la chitarra elettrica in un paio di gruppi. A questa passione se ne unisce un’altra. Mi piace fare lavori in cui si utilizza la mia manualità”.
Provieni da una tradizione di famiglia?
No, ma imparare quest’arte è stato qualcosa di naturale che mi ha permesso di unire la passione per la musica con quella dell’artigianalità. Ed è così che suonando mi son chiesto: Ma perché non imparare a costruire lo strumento che utilizzo? Mi sono messo alla ricerca di un corso. Ne ho trovato uno all’Eur, mi sono iscritto ed ho inziato a frequentarlo. Una volta a settimana, dopo il lavoro, mi recavo a Roma. Lì ho costruito la mia prima chitarra, una semiacustica, una scelta piuttosto impegnativa per una prima esperienza. Dopo il corso ho continuato l’esperienza, perfezionando le mie competenze e dedicandomi anche alla riparazione”.
Riuscire ad unire due amori richiede lungimiranza!
“A dirla tutta, da quando vivo nel centro di Artena è nato il desiderio di unire a tutto questo un altro elemento a me caro. Il mio sogno è coinvolgere il centro di Artena in questa mia attività!”
E come?
“Vorrei che Artena diventasse la scenografia ad un’attività che sto progettando”.
Hai un progetto? Ce ne parli?
“Ho fondato un’associazione, l’Aps liuteria Artena, finalizzata alla realizzazione di un laboratorio di liuteria nel centro storico di Artena. Qui, grazie al supporto di una maestranza specializzata, vorrei organizzare dei corsi di formazione così come ho fatto io a Roma”.
Mi stai parlando di un’attività artigianale che tornerebbe a dar vita al centro storico!?! A che punto sei?
“Ho presentato il mio progetto e ho cercato il supporto per la sua realizzazione. In molti mi hanno sostenuto attraverso una raccolta e quindi per ora abbiamo un piccolo badget a disposizione. Abbiamo parte dell’attrezzatura. Il grande ostacolo è la mancanza di un locale. Da solo con la mia associazione non possiamo partire sostenendo anche questa spesa. Vogliamo proporre un’esperienza ad un costo competitivo e non possiamo metterci al livello dei corsi che si tengono a Roma”.
Chi ti ha aiutato?
“Ad Artena c’è il museo Museiké e Raffaele Palone che ne è il resposabile mi ha molto aiutato. E’ una persona molto competente sia in quanto a musica che a strumenti e mi ha indirizzato sia nella costruzione del mio progetto che nell’instaurare relazioni importanti. Mi ha indicato la possibilità di parteciapre a qualche bando anche se finora senza successo”.
Sembra che il tuo progetto sia l’eco del Museiké ed il museo la tua. Potrebbe essere un binomio dalla forte risonanza! Quanto ci credi in questo progetto?
“Molto ma non riesco a farlo da solo con le mie forze. Mi è stato proposto di farlo fuori, ma ho avuto persone che hanno creduto in me e non voglio tradire né loro, né la mia idea”.
La tua associazione si trova nella situazione di molti altri giovani. C’è un’idea forte che permetterebbe a te di esprimere le tue arti. Al paese di dare un segnale di rigenerazione. Un segnale non solo simbolico in questo momento particolare. Per di più sarebbe la dimostrazione che si può amare il centro tanto da sceglierlo sia per viverci che per impiantarvi un’attività. Chissà che non ci sia qualcuno che incoraggi questo tipo di iniziativa! L’amministrazione o un privato che con te potrebbero iniziare un’azione di patrocinio. Pensa che bello UN’ATTIVITA’ L’ANNO nel centro storico. Per dare un contributo ad iniziare!
“Sarebbe una grande aiuto!”
E noi ci rivolgiamo a tutti coloro che credono che questi progetti fanno associare Artena alla laboriosità, ai ritmi lenti, alla creatività e alla musica! Oltre agli utenti del corso ne guadagnerebbe qualsiasi persona che cammina per Artena! Chi non spierebbe l’attività dei giovani apprendisti? E’ innegabile che, nei centri storici caratteristici, sono le attività artigianali a qualificare positivamente l’immagine che si offre ai turisti, ma anche ai residenti. Che caratteristiche dovrebbe avere questo locale?
“Il nostro progetto prevede di ospitare quattro apprendisti per volta perché il supporto nella lavorazione deve essere puntuale e costante. Quindi per allestire quattro postazioni basterebbe un locale di circa 25 metri quadrati, magari dotato di un piccolo servizio”.
In cosa dovranno cimentarsi gli apprendisti?
“Abbiamo pensato di iniziare con la costruzione di chitarre elettriche o bassi elettrici perché per il corso base è il prodotto che meglio si presta ad essere realizzato anche senza grande e sperienza e senza avere particolare manualità. Sicuramente non vogliamo fermarci a questi strumenti, ma bisogna procedere per gradi, per evitare che vengano prodotti strumenti con meno imperfezioni possibili”.
Quali sono le fasi per la costruzione e come pensi di organizzare il corso?
“Il corso si sviluppa in circa 100 ore con un incontro a settimana di quattro ore e quindi si sviluppa in circa sei mesi. Noi offriamo al corsista un blocchetto di legno di mogano, di ontano, larice, in base ai loro gusti e al tipo di effetto che si vuole ottenere. Attraverso il disegno fatto su una dima in plexiglass, si procede al taglio del legno e alla sagomatura dello stumento, del body e del manico. Verranno segnati tutti gli alloggi e gli scassi da effettuare. Quindi si passa alle lavorazioni vere e proprie: taglio con sega a nastro, levigatura e scalfitura con i punteruoli, verniciatura”.

Suonare uno strumento che ti sei costruito deve essere un’enorme soddisfazione! Penso a come sarebbe bello identificare la nostra città con attività di questo tipo. Artena la città che accoglie con il museo Museiké (in cui c’è anche l’ omaggio agli strumenti musicali tipici della campagna romana), che rinnova l’amore per la musica e per la vocazione artigianale attraverso un laloratorio di liuteria.
Grazie Simone! Spero di poterti spiare camminando per Artena. Ho sempre creduto che l’economia vera la muovono i sognatori coraggiosi come te! Spero che il tuo sogno non venga sprecato!