CONSIGLIO COMUNALE VIOLATO E SMINUITO

LA PIU’ ALTA ISTITUZIONE CITTADINA NON MERITA I COMPORTAMENTI DI LUNEDI’ SCORSO. COSI’ MUORE ARTENA E L’INTERA COMUNITA’

Quello che è accaduto nel Consiglio Comunale di lunedì è davvero clamoroso e inquietante, le opposizioni lo hanno definito “un colpo di Stato”. Le parole del consigliere Marco Imperioli e riprese dagli altri consiglieri di minoranza, descrivono una situazione surreale, quasi da commedia dell’orrore, dove nessuno, e lo sottolineiamo, esce vincitore, men meno la comunità locale.

Innanzitutto la figura meschina dalla più alta istituzione comunale: le voci, le grida, le risposte smozzicate, le provocazioni e i silenzi, soprattutto certi silenzi, quelli di tutti i consiglieri di maggioranza, ad esempio, che non hanno mai proferito parola, lasciando l’incombenza al vice sindaco, hanno fotografato il momento più basso istituzionalmente parlando della nostra Città. Mai negli ultimi ottant’anni, vi è stata una mortificazione così evidente del Consiglio Comunale, che da questa seduta esce sminuito, sgraziato, senza più alcuna considerazione di sé. L’amarezza per ogni cittadino che crede nelle istituzioni come i baluardi della liceità, dei valori morali, dell’etica politica, è da ricercarsi, inoltre, nel comportamento di ognuno dei consiglieri comunali, quelli di maggioranza arroccati nel loro senso di onnipotenza, a cui tutto è dovuto e accordato e quelli di minoranza, arrabbiati, feriti, dilaniati da quello che loro dicono essere una ingiustizia, “un aver calpestato democrazia e legge.

Silvia Carocci, esponente della minoranza è stata chiara:

“Quello che è successo è assurdo. Contro ogni regolamento è stato approvato un bilancio senza numeri. Con sette consiglieri che non hanno espresso il voto. È stata fatta questa operazione per evitare che oggi si sciogliesse il Consiglio. Sarebbero andati tutti a casa e invece, pur di non dichiarare fallita l’esperienza politica, hanno deciso di andare contro il regolamento comunale e di svilire l’assise consiliare. Si assumono le responsabilità penali, politiche e civili di ciò che hanno fatto”.

Ha rincarato la dose Erminio Latini, dall’alto della sua esperienza e saggezza. In consiglio, prima di abbandonare l’aula si è rivolto alla maggioranza con un tono paterno e ha chiesto ancora una volta di fare un passo indietro, di esprimere il bene per Artena con le dimissioni. Ha concluso poi: “Vi consiglio di non votare in questa maniera perché questa volta qualcuno potrebbe farsi davvero molto male”, riferendosi ad interventi di enti atti al controllo sull’operato del Consiglio Comunale.

Questo (il CC) ha avuto un primo sussulto proprio all’inizio, quando le opposizioni hanno chiesto perché la convocazione era avvenuta con sole 48 ore di anticipo. La legge appare molto chiara: i consigli che discutono di atti di bilancio, vanno convocati con un preavviso non inferiore ai cinque giorni. Inoltre, i consiglieri di opposizione hanno lamentato che non era stata inserita all’ordine del giorno la surroga delle consigliere dimesse la settimana scorsa. Anche in questo caso la legge è decisa: la surroga deve essere effettuata come primo punto all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile e comunque non oltre dieci giorni dalla data delle dimissioni.

Ma il sussulto doveva ancora scoppiare in un fragore clamoroso. È successo quando si è ben compreso che il vice sindaco esterno Loris Talone, avrebbe preso parte alla votazione. A quel punto tutti hanno strabuzzato gli occhi. Ma come? Loris Talone ha le facenti funzioni sindaco in sostituzione di Angelini, ma non ha diritto al voto in Consiglio Comunale perché non è consigliere comunale. Diede le dimissioni, Talone, all’indomani del voto del 2019 per far posto al primo dei non eletti, quell’Alfonso De Angelis, medico, oggi presidente del Consiglio Comunale, maggior responsabile, secondo le opposizioni, di quanto accaduto nell’assise di ieri. Per far votare Talone si è richiamato un non ben noto parere legale che non c’è agli atti del Consiglio. Talone ha detto di aver votato “perché c’è un parere pro veritate” e dice che continuerà a farlo.

Alla richiesta di confutare questo parere con un supporto scritto, nessuno della maggioranza ha saputo rispondere. Quindi, alla domanda ufficiale dell’opposizione se il vice sindaco esterno non consigliere avesse votato, il presidente del Consiglio ha risposto affermativamente, causando la reazione rabbiosa della minoranza, ma anche l’ilarità di chi la legge la conosce bene e sa che questa è una cosa inammissibile.

Lo ha detto anche il Ministero dell’Interno che con la nota del 12 agosto 2014 che chiarisce:

“…Vi sono però taluni limiti alle prerogative del vicesindaco esterno al consiglio, evidenziati dal Consiglio di Stato, sez. I, nel parere n. 94/1996 reso nell’adunanza del 21 febbraio 1996. In tale parere, il Supremo Consesso ha ritenuto che il vicesindaco esterno al consiglio non può svolgere le funzioni di componente, con diritto di voto, nel consiglio comunale, in quanto ‘appare difficilmente concepibile che esse vengano esercitate di volta in volta dal sindaco o da chi ne fa occasionalmente le veci’, considerato che ‘nel nostro ordinamento non è ammessa la delega o sostituzione nelle funzioni di componente delle assemblee elettive…”

E lo dice anche il regolamento del Consiglio Comunale di Artena:

L’eventuale assessore non consigliere di cui all’art. 47 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, partecipa alle adunanze del consiglio comunale con funzioni di relatore con diritto d’intervento, ma senza diritto di voto…”.

Il fragore è diventato esplosione quando la minoranza ha abbandonato l’aula per far venire meno il numero legale e mettere la parola fine a questo stillicidio che sta causando la morte di Artena. A questo punto la maggioranza ha atteso mezzora circa e poi ha ripreso i lavori.

Ma come, se avete sospeso la seduta dovete riprendere con l’appello dei consiglieri rimasti”, hanno tuonato dalla platea i consiglieri di minoranza rimasti nella sala.

Talone in una dichiarazione post consiglio comunale ha detto che la minoranza ha abbandonato l’aula ma il consiglio non è stato sospeso, anche se dalle registrazioni apparse sui social si sente il Presidente del Consiglio dire che il Consiglio è stato sospeso.

Per regola, quindi, dopo l’eventuale l’appello ci si sarebbe accorti che non c’erano i numeri per proseguire ma questo non è avvenuto e quindi i lavori sono ripresi senza che il consiglio avesse il numero legale delle presenze. Sempre Talone nelle dichiarazioni del dopo consiglio, ha sostenuto che la seduta doveva avere il numero legale di nove consiglieri comunali solo all’apertura del Consiglio stesso, ma il regolamento del Consiglio Comunale approvato con atto deliberativo n. 46/2002 e successive modificazioni dice all’art. 28 c. 4 : “Iniziate validamente le sedute, venendo a mancare il numero legale, il presidente può sospendere i lavori fino a 30 minuti ovvero rinviare la seduta

Crediamo che debba essere segnalato anche l’articolo del suddetto regolamento che dice, riferendosi all’assessore esterno: “La sua partecipazione alle adunanze del consiglio comunale non è computata ai fini della determinazione delle presenze necessarie per la legalità della seduta”.

Da ciò appare evidente che il Consiglio Comunale doveva mantenere il numero legale per tutto il tempo di durata.

Il Consiglio è comunque proseguito e con otto voti favorevoli, i sette consiglieri della maggioranza più quello del vice sindaco non consigliere, è stato approvato il rendiconto del bilancio 2020.

La vicenda ha destato davvero sconcerto e ha visto coinvolte le alte cariche istituzionali cittadine. Alfonso De Angelis, secondo il consigliere Imperioli è il primo responsabile di questa che lui definisce vergogna e dovrebbe per questo dimettersi: “Era lui l’unico in quella sede – prosegue Imperioli – che aveva il potere di far rispettare le regole e invece ha deciso di non farlo e per questo ne risponderà nelle sedi opportune”.

Dal suo canto Loris Talone parla di “miserabili” rivolgendosi ai consiglieri di minoranza. Dovrebbe spiegare anche, però, con dovizia di particolari, da chi gli è arrivato il suggerimento del suo voto in consiglio comunale. Cosa dice il Vice Sindaco di questo parere Pro veritate e chi lo ha emesso?

La definizione giurisprudenziale di Pro Veritate è: “quando i pareri stessi sono redatti in forma particolarmente solenne, prendono il nome di parere pro veritate quasi fossero redatti non nell’interesse del cliente, ma nell’interesse equidistante della verità. La tradizione vuole che il parere sia firmato dal titolare dello studio o negli studi associati, da un socio anziano”. In questo caso ripetiamo la domanda: chi lo ha firmato? E perché non è agli atti del Consiglio Comunale? E perché lo stesso Consiglio Comunale non lo ha votato?

Le proteste per quanto accaduto nel Consiglio Comunale si sono immediatamente riverberate su tutto il territorio. Il Partito Democratico locale ha scritto “Staccate la spina” riferendosi allo sgretolamento della maggioranza: “…e visto l’esito del Consiglio Comunale di ieri (lunedì) dove sono state sovvertite le norme legislative in merito al rispetto della Democrazia Consiliare, il Circolo del Partito Democratico di Artena, in accordo con la federazione Provinciale e Regionale ritiene che l’attuale maggioranza debba fare una scelta di responsabilità nei confronti della cittadinanza, dimettendosi…”.

In vero i comportamenti ultimi di questa maggioranza lasciano poco scampo a un giudizio che è  negativo: la mancata soluzione del Campo Sportivo, dell’isola ecologica, la vicenda grossolana della centrale Biometano, e la clamorosa tentata vendita della farmacia comunale (la delibera è stata ritirata?), non depongono certamente in favore di Talone e gli altri, che in questi ultimi mesi si sono certamente fatti notare più per la mancata soluzione dei problemi che per la loro conclusione positiva.

Inoltre le dichiarazioni di Talone in Consiglio Comunale (ci sono registrazioni che lo confermano) sono state abbastanza nette: “Noi andremo avanti, voteremo, voterò anch’io e poi se volete fate ricorso ci sono le sedi appropriate per farlo”, ma a confutazione di questa dichiarazione e del suo voto – ripetiamo – non ha prodotto uno straccio di foglio di carta.

In tutto questo, però, il bilancio 2021 non è stato ancora approvato e l’ultimo giorno utile sarebbe stato il 6 settembre, anche se alcune fonti hanno detto che la giunta ha chiesto un ulteriore lasso di tempo per l’approvazione del bilancio di previsione e come prova di buona volontà ha inviato in Prefettura il verbale dell’approvato rendiconto 2020, certamente avranno scritto, però, anche di tutte le eventuali contestazioni che ci sono state.