PRESIDIO PUBBLICO PER IL GRANAIO BORGHESE

I CITTADINI CHE HANNO PRESO LA PAROLA HANNO TUTTI EVIDENZIATO IL EGAME PARTICOLARE CON UN BENE COSI’ SIMBOLICO PER LA CITTA’

Sabato pomeriggio si è tenuto, accanto all’ex Granaio Borghese di Artena, un presidio cittadino per manifestare contro la scelta dell’amministrazione Angelini/Talone, di mettere in vendita molti Beni del comune, tra i quali l’ex Granaio Borghese che ospita al suo interno, tra le altre cose, la sala consiliare e il museo archeologico R. Lambrechts.

Il presidio è stato promosso dal giovane giornalista e attivista politico Alessandro Coltré, che ha invitato a discuterne pubblicamente tutti i consiglieri comunali; al presidio mancavano i consiglieri di maggioranza, mentre erano presenti i consiglieri di opposizione con Silvia Carocci e Erminio Latini in testa. Gli interventi, a partire da Alessandro Coltré, hanno rimarcato il valore simbolico dell’ex Granaio Borghese, che negli ultimi anni è divenuto il centro della vita cittadina, sia per le sedute del consiglio comunale sia per le molte iniziative culturali e sociali che avvengono al suo interno. Silvia Carocci ha fatto presente che le scuse addotte dal viceSindaco Loris Talone (vicesindaco esterno – non consigliere comunale), il quale in una intervista ha dichiarato l’errore tecnico dell’avvenuto inserimento dell’ex Granaio tra i Beni da vendere (alienare è il termine burocratico), non sono accettabili, altrimenti avrebbero dovuto già eliminare l’ex Granaio da quella lista infausta. Erminio Latini ha ricordato l’importanza socio-culturale dell’ex Granaio, e il solo venire in mente a questi amministratori di metterlo in vendita è pura follia. Alcuni cittadini prendendo la parola hanno manifestato il legame particolare con un Bene cosi simbolico per la cittadina, e di conseguenza una forte avversione verso la scelta sciagurata di svendere i Beni comunali per ripianare i debiti fatti da amministratori sciatti e incapaci. C’è stato anche un momento di sconforto da parte della signora Assunta Di Re (che delizia i naviganti di fb con racconti e ricordi scritti in dialetto artenese), che ha messo in rilievo la poca partecipazione cittadina, eravamo forse una quarantina di persone: certamente il lamento di Assunta va tenuto presente e non sottovalutato da parte di tutti, politici e cittadini interessati alla cosa pubblica. Penso di poter dire senza essere smentito che la cittadinanza di Artena ha bocciato senza appello questa amministrazione Felicetto/Loris, e li ha bocciati per l’inconsistenza amministrativa, il distacco dalle persone, la produzione di debiti – Silvia Carocci ha detto circa due milioni, a questo servirebbero le vendite dei Beni Comunali – senza riscontri in opere fatte, per arrivare infine al comportamento bullo e prepotente di Loris Talone, che in consiglio comunale ha votato senza averne nessun diritto, rispondendo con protervia e sfacciataggine all’opposizione che protestava: “se volete potete fare ricorso“. Gli artenesi nei bar, nelle piazze e dovunque ci si incontra e si discute, hanno condannato questa amministrazione e i suoi componenti, e lo hanno fatto per l’incapacità politica amministrativa, per la qualità etica dei suoi rappresentanti, arroccati a “difesa della loro celebrazione” come scriveva in una canzone F. De André. Da osservatore e persona interessata alla vita civile, culturale e politica della cittadina, sento di dover fare qualche riflessione pubblica a voce alta. Ho già detto che Felicetto, Loris e la loro compagnia, la cittadinanza nella grande maggioranza li ha condannati per l’insipienza amministrativa e l’arroganza pubblica del loro agire. Sottopongo invece all’attenzione di chi vuol promuovere un ‘rinascimento artenese’, a partire da Alessandro che nell’ultimo periodo ha promosso due iniziative di piazza, alla ‘rete sociale’, che sta dandosi da fare nel sociale con iniziative di vario genere, al giornale online AltraArtena che ha prodotto un evento in memoria di Willy, e altre associazioni interessate alla promozione di un movimento dal basso che sia attore di una presa di coscienza e di un cambiamento profondo della società artenese e della sua espressione poi nella politica cittadina, una questione fondamentale: tutti questi soggetti che si muovono spesso in ordine sparso, a volte incapaci di parlarsi e relazionarsi, a volte per pigrizia a volte perché chiusi ognuno in un loro mondo identitario, devono porsi il problema di questa mancanza di Relazione. Questo deficit di Relazione spesso ci condanna all’irrilevanza nella vita cittadina. Questa debolezza nel creare canali di confronto, momenti di attività e iniziative insieme, operare per una progettualità che sappia tenere insieme miglioramento economico e coesione sociale, è in fondo il sintomo più rilevante del male di Artena, l’assenza di vita politica e civile pubblica, lo sfrangiamento sociale a favore di relazioni per interesse clientelare. Questo meccanismo chi vuol cambiare le cose lo deve analizzare e riuscire a superare, altrimenti pochi soggetti riusciranno di nuovo a mettere nel sacco la maggior parte della cittadinanza. Dobbiamo raccogliere lo sfogo di Assunta Di Re, per invertire la sfiducia dei cittadini e riuscire a dare uno sbocco al bisogno degli artenesi di avere una cittadina con un livello di servizi, di spazi sociali ben tenuti e vivi, di tutte quelle strutture necessarie per il buon vivere, all’altezza dei nostri tempi. Invito tutti quelli interessati al Bene Comune a una riflessione, e poi però ad aprire un dibattito pubblico per superare le attuali difficoltà cittadine