I CONVENTI DI SAN NICOLA E SANTA MARIA MADDALENA

I PRESUNTI CONVENTINI MEDIEVALI DI MONTEFORTINO (seconda parte)

Di un’ altro convento ce ne da notizie Stefano Serangeli nella descrizione della via Latina nel manoscritto su Montefortino : …” la strada che da Pandochia saliva verso San Nicola dove erano le rovine di un’antica torre e di un piccolo monastero”…(ricordo che, sul colle nella bolla di Lucio III del 1182 era citata solo la chiesa, e a riguardo il Serangeli scrive) … “la chiesa di S. Nicola era nel colle oggi detto di S. Nicola per dove passa la via Latina siccome mostrano le rovine di un piccolo monastero, vicino al quale sono i resti di una torre atterrata”…. La chiesa di San Nicola aveva molti benifici e Giulio Colonna agli inizi del 1500 ne aveva lo “Jus Patronatus” Nel 1529 il vescovo di Segni, mons. Grana concedeva a don Giacomo de Benedectis il benificio della chiesa. Anche qui, l’esistenza di un convento è dubbia, l’unico a citarlo e il Serangeli, perché in altri testi antichi, si parla solo della Chiesa. Ancora oggi sul piccolo colle posto a 283 m. S.l.m. ci sono i resti di una struttura a pianta quadrangolare di circa due metri di lato che conserva un’altezza di poco più di due metri realizzata con blocchetti di tufo messi in opera con filari orizzontali, tipica muratura databile al XIII sec. Sono forse questi i resti di una torre o di un campanile ricordati dal Serangeli. Sul colle c’erano anche altre strutture in muratura che furono in parte riutilizzati negli ultimi decenni del 1800 dal principe Giovanni Borghese quando realizzo sul colle una “fattoria Modello.”

Un altro convento, questa volta femminile e ricordato dalla tradizione popolare a Montefortino, ed è il Serangeli ancora una volta a citarlo quando scrive della chiesa della Maddalena. “ – la chiesa di questo titolo di S. Maria Maddalena era alla radice del declivio del monte, ove è la strada che si porta a quella Romana (via Latina) dalla parte della rupe degli Asinari della quale vi apparisce presentemente solo una muraglia, con la porta ed alcuni segni di pittura…si ha per tradizione che ivi vi fosse un monastero di monache e che annualmente vi si andasse processionalmente nel giorno della festa della Santa”. Questo stesso luogo citato dal Serangeli è ricordato da una bolla del papa Nicolò IV (Girolamo Masci) emanata il 5 Novembre 1290 nella quale “..concedeva l’indulgenza a tutti coloro che prestavano la loro opera di carità in aiuto dei fratelli dell’ospedale e lebbrosario di S. Maria Maddalena.” Il papa nella bolla non cita il monastero, ma un ospedale, si può quindi ritenere che l’ospedale fu trasformato con il tempo in un piccolo convento di monache , che poi fu abbandonato, visto che al tempo del Serangeli c’erano solo alcune rovine. Fu comunque il sacerdote Don Giovanni Battista che nel 1471 perpetuò il culto di S. Maria Maddalena e per ricordare il luogo fece erigere nelle vicinanze una piccola chiesetta rurale dedicata alla Santa.
Il culto di Santa Maria Maddalena è nato nel medioevo nei paesi Europei e spesso venivano fondati ordini monastici femminili con il nome della Santa, e a Montefortino Santa Maria Maddalena e da tempo la patrona del paese.
Ricordato nella tradizione popolare c’è anche un altro conventino situato tra Artena e Valmontone, quello di colle Santo Giudico. In un punto del colle, a circa 282 m. S.l.m. ci sono dei ruderi ricordati come i resti del convento di Santo Giudico. Si tratta di un edificio realizzato in tufelli di circa m.13 X m. 6 e a poca distanza i resti di una torre, forse campanaria, questa realizzata con blocchetti squadrati di tufo. Ruderi che probabilmente appartenevano alla chiesa di San Zotico, citata nella bolla di Lucio III nel 1182 ed esistente nel “castro Vallis montone” e della quale non si conosce l’ubicazione. Dal nome della chiesa poi il colle avrebbe ripreso il nome trasformando S. Zotico in Jodico e poi Giudico.