CONFLITTO IN EUROPA. LA GUERRA E’ ANCHE SUI SOCIAL

FACEBOOK E GLI ALTRI SONO ORMAI IL QUART O “TERRENO” DI SCONTRO, INSIEME A QUELLO DI TERRA, DI MARE E DI CIELO. DITE L A VOSTRA SU QUESTO NON VI E’ DUBBIO, MA NON REPLICATE AD ALCUNO ACCUSANDO I LIKE, I PRO E I CONTRO E PURE GLI INSULTI. LE MINACCE, INVECE, NO! QUELLE LE DOVETE FOTOGRAFARE, VI POTRANNO ESSERE UTILI PER QUALSIASI EVENTUALITA’

Carissimi amici, a tutti Voi sarà capitato di litigare su quanto accade, ma purtroppo non si è in grado di prendere atto di un fatto del tutto nuovo in una guerra, che è il coinvolgimento social, quale comparto di un più largo e generale conflitto informatico, che è oramai il quarto “terreno” di scontro, insieme a quello di terra, mare e cielo.
Siamo tutti vittime, variamente in grado di intellagire con quanto ci viene propagandato, e non potendo occuparci del tutto, si viene colpiti da un’informazione, un’immagine o un video che segna nel profondo la convinzione del singolo individuo, per quanto questi possa essere scolarizzato e discernente. In ciò insiste pure un certo antiatlantismo d’antan, da cuore giovanilista, in un quadro mai così direttamente vissuto prima dal secondo dopoguerra.
Dunque occorre, per un verso, avere un atteggiamento di chi sorride, per quanto amaro, del soggetto che non sa bene quel che dice, e per altro verso tentare ostinatamente di superare il delirio per rientrare in un mondo condiviso, dove la certezza delirante lasci finalmente posto al confronto, e l’incrollabile coazione ad avere ragione la lasci alla straordinaria libertà di poter avere torto, in specie sui taluni punti da isolare per poterli sviscerare, senza tifoseria di parte, e senza per questo mettere in discussione gli assunti e le verità altre. Solo in questo modo sarà possibile superare quella “verità privata” in formazione; “privata” nel senso di mancanza, assenza e dunque di menzogna, e “privata” nel senso di autarchia, non condivisione, narcisismo.
Invito a lasciar scorrere e a lasciar qualificare da soli coloro che esternano in preda alle evidenti incapacità di saper discernere, ché tutto ciò che accade e che lascia presagire è un fatto nuovo che segue e perdura in un tempo di pandemia e di crisi climatica, al punto da sconvolgere ogni cosa, a fronte delle quali l’individuo non è preparato ed è facilmente sviabile, incapace di trattare i diversi piani degli argomenti in campo.
In tutto ciò siamo tra noi legati e solo apparentemente divisi; abbiamo il dovere di far comprendere anzitutto l’umana solidarietà, non come presupposto mistico, ma come legge benefica e utile a tutti.
Alla denegata ipotesi di un devastante conflitto mondiale, appaiono sciocchi coloro che non sanno bene da quale parte stare, ma non sono parimenti sciocchi se e quando affermano che ci siano state colpe e mancanze e responsabilità prevalenti di una parte sull’altra, cosa che al dunque conta davvero poco quando, pur con armi nonviolente, occorrerà partecipare e prendere armi contro un mare di guai e contrastandoli por fine ad essi.
Lasciate scorrere e sulla riva del fiume aspettate che la corrente faccia passare le contraddizioni e le posizioni fasulle, ma nel frattempo imperterriti continuate ad esprimere le Vostre convinzioni e tesi, senza badare più di tanto agli insulti che, come detto, qualificano chi li porta, e che, come pure detto, non sono altro che vittime.
Comunque liberi di interagire come meglio si ritiene di fare, tenendo presente che il fenomeno va osservato, ché abbiamo interesse ad osservarlo, in quanto si resta in ogni caso liberi di accettare in toto, in parte o per nulla, ciò che viene detto e riportato, a maggior ragione se si riferiscono alla Vostra persona, senza farsi urtare da suscettibilità, ché i casi umani sono ricchi di indicazioni per le quali occorre contemplare cum_passione.
Il consiglio è quello di dire la Vostra senza replicare ad alcuno, come in genere fanno gli opinionisti nella loro pagina social, accusando i like, i commenti pro e contro, ed anche gli insulti …mentre le minacce è bene fotografarle e archiviarle per ogni eventualità. Un caro saluto !

Antonio Toni BORRELLI