ALBERO DI NATALE: TRA IL
SACRO E IL PROFANO

Il primo Albero di Natale, così come lo intendiamo noi, venne realizzato in Germania nel 1611 dalla duchessa di Brieg, quando vide che un angolo di una sala del suo castello era rimasto vuoto. Diede ordine ai suoi sevitori di prendere un abete che era nel giardino e metterlo nel castello

Siamo ormai a pochi giorni dal Santo Natale e sono poche le abitazioni in cui non ci si appresti a preparare il Presepe e l’Albero, addobbandolo con luci dai mille colori, con palline variopinte, decorazioni varie e tanti doni ai suoi piedi. Negli anni, anzi nei secoli si sono susseguite storie e leggende sulle origini di questa tradizione, ormai tanto cara a piccini e a grandi. Quanti conoscono la storia dell’Albero di Natale, un poco sacra e un poco profana? Come del resto è per quasi tutte le nostre feste. Abete, un nome che la dice lunga sul suo significato simbolico: l’etimologia della parola è Alfa e Beta = A bete (secondo alcuni: inizio e fine) che non per nulla è uno dei simbolo della festa della nascita, il Natale di Gesù. Per il cristiano, infatti, con Gesù, Cristo Salvatore, inizia una vita nuova e finisce una vita macchiata dal peccato. Fra le tante storie e leggende popolari che narrano le origini della tradizione dell’Albero di Natale ne ho trovate alcune – profane e sacre – che vi voglio raccontare. La prima risale ai tempi dei sacerdoti dei Celti, i Druidi (II sec. a.C.- II sec. d.C.). Si pensa infatti che sia nata in ambito pagano la tradizione dell’Albero di Natale , che dell’albero sempreverde i Druidi fecero un simbolo di vita. Questa tradizione venne seguita anche dagli antichi romani, alle calende di gennaio (il 1° giorno di gennaio), che usarono fare dono di un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna. La tradizione fu poi ripresa anche dai cristiani, che ne fecero il simbolo di Cristo e anche dell’albero della vita o del bene e del male, di cui si parla – secondo altre leggende – anche nella Bibbia. Per alcuni studiosi, poi, l’abete fu scelto dai cristiani per la sua forma triangolare e per essere una pianta sempreverde e come tale rappresenterebbe la Santa Trinità. L’uso moderno dell’Albero di Natale, però, pare che sia nato secondo alcuni a Tallinn in Estonia nel 1441, quando nella piazza del Municipio fu eretto un grande albero, intorno al quale giovani scapoli e nubili ballarono tutti insieme alla ricerca dell’anima gemella. Nella storia, però, il primo albero di Natale, così come lo intendiamo noi, venne utilizzato in Germania nel 1611 dalla duchessa di Brieg, quando vide che un angolo di una sala del suo castello era rimasto vuoto. Diede ordine allora che venisse preso un abete dal suo giardino, trapiantato in un vaso e sistemato nell’angolo vuoto della sala. Ma la storia che mi piace ricordare, bella come una favola, è questa. Immersa in un bosco c’era una casetta dove viveva un taglialegna con la sua famigliola, moglie e due bimbi piccoli. Il giorno della vigilia di Natale decide di recarsi in città per acquistare alcuni regali per i suoi bambini. La sera però sulla via del ritorno viene sorpreso da una bufera di neve e purtroppo smarrisce la strada. Per proteggersi si accovaccia al riparo di un abete, ma perde i sensi. Alcuni uccellini, che avevano il loro nido sui rami dell’albero, decidono di aiutarlo. Prendono il volo tutti insieme e si dirigono verso la chiesa più vicina e con il loro becco portano via le candele accese in mano ai fedeli. Tutti insieme si dirigono verso il bosco e, giunti in processione, depongono le candele ancora accese sui rami dell’abete. Il chiarore attira l’attenzione dei soccorritori che trovano il taglialegna privo di sensi ma ancora con i doni stretti al cuore. Ripresosi può così raggiungere la sua casa e dare i giocattoli ai suoi piccoli. Bella come favola, ma sarà andata proprio così? Da allora, però, per il Natale gli abeti si abbelliscono con decorazioni colorate e con tante, tante luci. Un’altra storia ha origine da un miracolo, quello di San Bonifacio (intorno al VII- VIII sec. d.C.), missionario in Germania. Un giorno il Santo nota che alcuni pagani si accingono, secondo il rito, a sacrificare al loro Dio Thor – sotto un albero di quercia – il piccolo principe Asulf. Accorso sul luogo del sacrificio, San Bonifacio li ferma, abbatte la quercia ma immediatamente lì rinasce un altro albero, un abete simbolo di vita e di Cristo. Una usanza, che è stata coltivata poi in Germania fin dal medioevo, era quella di abbellire le piazze con alberi da frutta e con abeti pieni di fiori di carta colorata e frutti per il 24 dicembre. Tradizione che si è protratta fino al XVII secolo. Molte altre sono le leggende o storie in Francia, in Spagna e in Italia nate intorno al primo Albero di Natale per celebrare il giorno della nascita di Gesù, fra il sacro e il profano. Ma noi, nel preparare e addobbare il nostro abete per Natale, ricorderemo le origini di questa tradizione? L’8 dicembre, sempre per tradizione, oltre il Presepe ci dedichiamo all’addobbo del nostro Albero di Natale.