IL VESPA CLUB UN VALORE AGGIUNTO PER LA NOSTRA CITTA’

Abbiamo ascoltato le parole del presidente del Vespa Club diArtena Emanuele Petriglia

Continua la mia ricerca alla scoperta delle varie associazioni di Artena, e questa volta si tratta di un vero e proprio viaggio su due ruote, per conoscere la VESPA, e gli amici del Club di Artena.
Per me che non so andare neanche in bicicletta, è un mondo sconosciuto, a parte i ricordi delle scene memorabili del film “Vacanze Romane”, per questo prima di dare la parola ai ragazzi del Club, mi sono documentata su Wikipedia. Ho scoperto quindi che si tratta di uno scooter Piaggio, nato a Pontedera su progetto dell’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio, che volle “. . . creare un motociclo a scocca portante, idoneo all’uso di tutti i giorni e abbordabile per tutti. . . economicità, semplicità progettuale, praticità, sicurezza. . . “, brevettato il 23 aprile 1946. Fu accolta con un certo scetticismo ma dal ’47 le vendite decollarono e si dovettero costruire nuovi stabilimenti in 13 paesi. Il telaio dalla forma rivoluzionaria consentiva a chiunque (“. . . anche donne e preti”, dirà D’Ascanio), di sedersi facilmente con ogni abbigliamento e senza sporcarsi.
Nel 1967 nacque la VESPA PRIMAVERA, una 125cc. che poteva essere guidata già dai 16 anni in poi. Il nome Vespa sembra dovuto alla forma che fece dire a Piaggio quando la vide: “Come farà a reggere due persone con quel vitino da vespa?” e anche al rumore-ronzio del motore. Un’ultima curiosità: le prime costavano 60.000 Lire.
Adesso che ne so un po’ di più, posso approfondire il discorso e chiedere maggiori dettagli ad Emanuele Petriglia, Presidente del Vespa Club Artena.
Buongiorno Emanuele, so che siete impegnati in gare e campionati per cui ti ringrazio per dedicarmi un po’ del tuo tempo,anzi approfitto per congratularmi con voi per i risultati che state ottenendo, e che seguo sulle vostre pagine social. Per cominciare vorrei sapere quando e come è nato il vostro Club, chi ha avuto l’idea.
“Il nostro club è nato nel 2010, non c’era nessuna idea iniziale, avevamo un’esigenza assicurativa, mi ritrovai alla sagra delle fettuccine a S. Giudico, incontrai un amico, Fabio Tofani, anche lui come me aveva una Vespa, io ero seduto sulla sua e così scherzando quasi per caso nacque la prima idea di fare qualche uscita, ma dovevamo capire come fare per l’assicurazione. Ci siamo collegati col cellulare e abbiamo visto che occorreva costituire un Vespa club e da lì, dopo qualche mese è partito tutto. Presentammo la domanda nel 2009, ma non fu accolta subito perchè era estate ed era tardi ormai per quell’anno. Nel 2010 la nostra pratica venne accolta dal Vespa Club Italia”.
Quanti sono i soci iscritti, e come è nato in voi l’amore per la Vespa?
“Inizialmente eravamo pochi, quell’anno chiudemmo con il minimo consentito di 20 soci, poi siamo andati avanti con una crescita esponenziale. Siamo stati bravi nel gestire le manifestazioni, anche i successi che abbiamo avuto hanno contribuito, e oggi siamo 147 soci, l’ultima tessera la ho fatta gioni fa. Il clou lo abbiamo in estate, perchè per l’assicurazione è necessaria la tessera, infatti in piena estate arriviamo a 200 soci; poi ci sono i soci occasionali che si fanno prendere dalla passione momentanea, la moda, comprano la Vespa, fanno la tessera, fanno l’assicurazione, poi capiscono che non è per loro. La nostra è una vera e propria passione, la Vespa è un’icona, il boom ci fu negli anni ’70-’80, una grande produzione in tutto il mondo, ancora oggi a distanza di più di 70 anni si ritrovano in giro modelli da restaurare, la prima fu nel’46! Nessuno è riuscito a quantificare quanti esemplari siano stati prodotti”.
Come mai la Vespa suscita questa particolare passione, questo amore, a differenza delle altre due ruote?
“Penso innanzitutto per la comodità , stai seduto come su una sedia, questo era proprio il progetto voluto da Corradino D’Ascanio, non ti sporchi perchè il motore è chiuso, mentre con le moto ti sporchi le gambe, e poi il fattore economico è importante, il prezzo è abbordabile, e ha un certo rilievo la capacità della Piaggio di garantire assistenza continua, ramificando punti vendita in tutta Italia. Il VESPA CLUB ITALIA che è la nostra associazione madre, nata nel ’49, era una associazione satellite, e ad ogni punto vendita era abbinato un Vespa Club. Il mondo vespistico non è solo un mondo di gare, o di mostre statiche, si divide in quattro settori: turistico, in pratica l’uscita domenicale e i raduni organizzati dai vari club; Sporting, che comprende gimcane e gare di velocità; lo storico, che comprende eventi a tema con rievocazioni delle vecchie manifestazioni, indossando abiti del periodo in uso nell’anno di fabbricazione della propria Vespa; la rivalità, il quarto, sport di precisione, ti permette di vedere luoghi ma di gareggiare, non in velocità, infatti non si superano i 25 km. Tu hai una roadmap e nella precisione, devi rispettare i vari timbri, i diversi ristori, i rilevamenti cronometrici, devi rispettare i vari intertempi”.
Avete aneddoti , esperienze personali o emozioni legate ad uscite in Vespa da raccontare?
“Aneddoti? Esperienze? Tantissimi, qui sarebbe troppo lunga raccontarli tutti, in tredici anni, abbiamo fatto tanti raduni mondiali, Croazia, Francia, Germania, Portogallo, Belfast. Ne avremmo tantissimi. Nel 2016 si è tenuto il raduno internazionale con il maggior numero di presenze, ancora oggi viene detto ‘raduno dei record’, allora c’erano in Italia circa circa 400 club, e un quarto di club era di Artena, un raduno memorabile, avevamo club dal Belgio, dalla Francia, ancora oggi ovunque vai e dici che sei di Artena dicono ‘Ah ! Quel raduno’. Lo ricordano tutti. In quegli anni facevamo prevalentemente turismo , tutte le domeniche raduno, eravamo almeno quaranta, cinquanta persone. Poi tutto si è spento nel 2018 quando vincemmo il campionato italiano turismo, è stato durissimo , ci siamo un pò spenti perchè è stata tosta tosta tosta, un paesino come il nostro competere con grandi città. Ci siamo spenti, quasi una forma di rigetto, da allora non abbiamo fatto neanche più raduni, forse a settembre organizzeremo qualcosa. Nel frattempo ci siamo buttati nella competizione sportiva, nello sporting, nelle gimcane e anche qui abbiamo una squadra fortissima, siamo la squadra favorita”.
Complimenti. Quali sono allora le più importanti soddisfazioni, i successi che avete ottenuto?
“Lo scorso anno abbiamo vinto il campionato italiano, io nella mia categoria e Renato Baiani , un altro pilota della nostra squadra, nella sua. Il Vespa Club Artena è arrivato secondo nella classifica nazionale, e poi la Supercoppa Italiana vinta quindici giorni fa, organizzata dalla Piaggio a Pontedera, siamo riusciti a portarla a casa. Ci sono rimasti due trofei da vincere, il Campionato italiano e la Coppa Italia. Se riusciamo facciamo l’en plein, mai nessun club in Italia finora ha vinto tutti e cinque i trofei nello stesso anno, ma nello stesso tempo siamo l’unico club che ha vinto sia il torneo turistico che sportivo. Incrociamo le dita, speriamo di portare a casa questi altri trofei”.
Un grande in bocca al lupo allora. Per chi volesse iscriversi al club, dove vi trovate?
“Purtroppo non abbiamo una sede, ci era stato sempre promesso dal Comune un locale dove allestire il museo della Vespa, una metà del palazzo Traietti, dove è il Museo del Rugby, poi ci fu proposto di rinunciare alla nostra metà in cambio di una struttura tutta per noi. Abbiamo accettato, ma sono passati cinque o sei anni e noi siamo rimasti senza sede. Peccato perchè penso che un museo della Vespa potrebbe essere un valore aggiunto”.
Emanuele ti ringrazio per la tua disponibilità, so che siete impegnati con le gare, ma nonostante questo mi hai dedicato parte del tuo tempo e allora non mi resta che salutare te e tutti i vespisti con un grande in bocca al lupo per le prossime gare.

AMBRA CIPRIANI