PNRR. QUALI PROGETTI PER ARTENA?

Fonte Distico.it

LA SCADENZA DELL’OTTO FEBBRAIO E’ VICINA. L’INIZIATIVA DI PROPORRE PIANI E’ STATA ASSUNTA DAI CONSIGLIERI DELLA MINORANZA CHE HANNO PROPOSTO UNA COMMISSIONE PR L’INDIVIDUAZIONE DEI BANDI A CUI LA CITTA’ POTREBBE PARTECIPARE

L’Italia possiede un patrimonio culturale ineguagliabile per numero e valore delle sue attrattive che sono ospitate in centinaia di piccoli borghi ricchissimi di cultura, arte e tradizione. Anche se periodicamente balzano alla ribalta della cronaca le storie del successo turistico di piccole realtà, molto più spesso quello per cui i borghi diventano famosi sono le storie di spopolamento e i tentativi di contrastarlo. Per questo motivo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha espressamente destinato, all’interno delle sue missioni, risorse molto ingenti per favorire una rivitalizzazione dei borghi che contribuisca non solo a promuoverli dal punto di vista turistico, ma anche e soprattutto a contrastare il loro abbandono. Anzitutto per comprendere cosa significa PNRR è necessario considerare la recente situazione economica e sociale dell’Italia, messa a dura prova dagli effetti della pandemia di Covid-19. Il piano nazionale di ripresa e resilienza è infatti il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu. Il documento, approvato dalla commissione, descrive quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi comunitari. Il piano delinea inoltre come tali risorse saranno gestite e presenta anche un calendario di riforme collegate finalizzate in parte all’attuazione del piano e in parte alla modernizzazione del paese. Esso è stato realizzato seguendo le linee guida emanate dalla commissione europea e si articola su tre assi principali: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. Un programma epocale dunque che si auspica impatterà sull’intero Paese in maniera forte e la cui attuazione ha scalato rapidamente anche l’agenda delle priorità delle amministrazioni comuni, piazzandosi ai primi posti. Anche se una delle maggiori difficoltà per gli enti locali, oltre all’elemento temporale legato al serratissimo programma dettato dalle autorità UE, sarà il fatto che, per la prima volta, questi enti dovranno dimostrarsi capaci di misurare in modo puntuale ed accurato l’impatto sul territorio derivante dall’utilizzo delle varie risorse incamerate nell’ambito dei bandi attuativi del PNRR. Premesso che tutto il piano avrà riflessi forti a livello locale, la parte del piano di diretto interesse per gli enti locali (inteso come risorse che dovranno materialmente essere gestite da loro attraverso gare d’appalto) vale, secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, circa 66 miliardi di euro. Infatti una delle novità del PNRR è il fatto di essere uno strumento basato sulla performance: la Commissione Ue pagherà, non tanto basandosi sulla spesa, ma si focalizzerà soprattutto sulla realizzazione degli obiettivi intermedi e di lungo periodo che gli Enti Locali si sono impegnati a raggiungere sulle singole linee di intervento. Questo segna un cambio di approccio radicale rispetto alla tradizionale gestione dei fondi strutturali ed implica una capacità di progettazione e implementazione molto più alta rispetto a quella richiesta per accedere ai programmi Ue tradizionali.
Dunque anche per il comune di Artena si avvicina l’8 febbraio, la data di scadenza per la presentazione dei progetti finanziati dai fondi del PNRR. L’iniziativa al riguardo è stata assunta dai consiglieri della minoranza, i quali hanno da tempo avanzato la richiesta di istituire una Commissione consultiva straordinaria di studio per il funzionamento del Consiglio comunale per l’individuazione di bandi e avvisi nell’ambito del PNRR rivolti agli enti locali a cui il Comune di Artena può partecipare. Sempre i gruppi di minoranza hanno individuato nella costruzione di nuove scuole la priorità per il territorio locale: nuovi edifici scolastici, strutturalmente antisismici, dotato di servizi e infrastrutture anche sportive di cui quelli attuali sono sprovvisti. L’imperativo quindi, considerando che la richiesta si trova ancora in fase di stallo, è fare presto (e bene) per non rischiare di vedere andare in fumo buona parte delle risorse che l’Italia si è aggiudicata dalle autorità europee.

Allegra PERUGINI