PAGHIAMO LE TASSE, IN COMPENSO COSA ABBIAMO?

“Siamo lasciati a noi stessi? Continue lamentele da parte della contrada, i risultati? Il disinteresse”.

Sedici anni fa mi sono trasferita ad Artena con la famiglia. Abbiamo scelto una casa in campagna, così da poter beneficiare della pace e dell’armonia presenti in natura. Tra l’accoglienza dei vicini e l’incanto del bosco sembrava un sogno. Tuttavia, prima o poi bisogna svegliarsi.
Ci accorgiamo di cumuli di immondizia lungo i bordi della strada, che attraversa l’enorme foresta dei Castelli Romani, fino al passo dell’Algido. Inoltrandoci nella vegetazione troviamo divani, materassi, lavandini, taniche di benzina, cartacce, cartoni, profilattici, tubi, ed altro ancora. Metri e metri di discarica all’interno di una risorsa naturale. Ma non finisce qui! Non abbiamo accesso all’acqua diretta, poiché non allacciati agli acquedotti comunali. Le conseguenze? Ci troviamo con insufficienze d’acqua ricorrenti; la necessità di immagazzinarla nelle cisterne e consumare corrente elettrica per pompare autonomamente l’acqua negli impianti domestici. Tra l’altro non siamo collegati nemmeno all’impianto fognario, con tutto ciò che questo può comportare.
Vogliamo parlare del digital divide? In zona siamo diventati tutti esperti di telecomunicazione per far fronte alla mancanza di connettività. Le centraline per la fibra ottica, sono troppo lontane per garantire un servizio sufficiente e i servizi “Internet WiFi” non sono spesso fruibili.
La Via Tuscolana, che attraversa la contrada, non è manutenuta con la dovuta cura e nel giusto tempo necessario a eventuali riparazioni, aumentando così i rischi per i veicoli. Inoltre, non è fornita di infrastrutture essenziali come marciapiede, strisce pedonali e pensiline alla fermata del Cotral.
Per ultimo, ma non meno importante: i mezzi di trasporto! Le tratte che coprono la via sono “Roma anagnina – Colleferro” e “Colleferro – Roma anagnina”. Cosa vuol dire? Significa che per poter arrivare a Velletri, Albano, Valmontone e dintorni è necessario prendere almeno due autobus. La domenica, inoltre, se non si è automuniti non è possibile lasciare la zona a causa della totale assenza di mezzi di trasporto pubblici. E chi va a scuola? Ore e ore di attesa per poter tornare a casa dovute al lungo intervallo di tempo che passa tra una corsa e l’altra.
A causa di queste situazioni, vivere in contrada diventa un’esperienza controversa, che potrebbe migliorare se ognuno di noi facesse al meglio la sua parte e se i servizi funzionassero come dovrebbero fare correntemente.

CHIARA SABA